People Have The Power – Patti Smith
{Un inno alla vita…}
di Micaela Antozzi { Art Director Weblicity.net}
Il mio 25 aprile oggi lo celebro così. Questo brano, mi accompagna fin da ragazzina, nessun riferimento politico, assolutamente.
E chi lo accosta a quel linguaggio, non ha capito nulla di questa grande poetessa del Rock.
Per me è un inno che ci ricorda che: “il potere di sognare e di lottare per liberare il mondo dai folli, è un potere che appartiene alla gente… appartiene a tutti noi”. E’ un inno alla libertà e alla democrazia e soprattutto “sulla fiducia nella saggezza dei popoli”, perché rimanga sempre tale.
Una delle canzoni di protesta più famose e potenti di tutti i tempi.
E da anima ribelle e anticonformista, quale sono, l’ho sempre sentita cucita addosso, come un “cantico che riesce facilmente adattarsi a qualsiasi causa”. Un inno per i “sognatori” che incita il potere di amarci l’un l’altro per cambiare il mondo.
Patti Smith, all’anagrafe Patricia Lee Smith (Chicago, 30 dicembre 1946), è una cantautrice, poetessa e artista statunitense. Figura atipica e rivoluzionaria nel rock degli anni settanta, è stata tra le grandi protagoniste del proto-punk.
A 19 anni scappa da Chicago e va a New York. Ispirata dalle poesie di Arthur Rimbaud vive per strada, incontra il fotografo Robert Mapplethorpe e tra loro nasce un sodalizio artistico di rara potenza.
Questo pezzo ha attraversato
frontiere e generazioni,
un ritmo trascinante e una lirica,
che è come una bomba
che ti esplode nella testa.
“We can turn the world around”
Con Robert Mapplethorpe
vive anni folli e creativi,
diventa amica di ALLEN GINSBERG,
Lo racconta in “JUST KIDS”,
uno di quei libri in grado
di cambiarti la vita.
“Siamo stati come Hansel e Gretel, ci siamo avventurati nel bosco tenebroso del mondo. Abbiamo incontrato demoni, tentazioni e streghe di cui non avevamo mai neppure fantasticato, e una magnificenza che avevamo immaginato solamente in parte. Nessuno avrebbe potuto parlare per quei due giovani, né raccontare la verità sui giorni e le notti che trascorsero insieme.
Solo Robert e io avremmo potuto raccontarla. La nostra storia, così la chiamava lui. E andandosene, ha lasciato a me il compito di raccontarla a voi”.