Carlota Guerrero
{Libertà sovversiva ed eterea}
di “Bettina” Abby Wright {Brixton-London}
Nata a Barcellona. Autodidatta, Carlota ha iniziato a scattare fotografie da adolescente. È nota per la sua poliedrica direzione artistica dove spesso combina fotografia, cinema e coreografia.
È esplosa sulla scena con l’iconico ritratto di Solange Knowles nell’acclamato album di grande successo “A Seat at the Table” del 2016. Ha collaborato con marchi globali come Nike, Givenchy, Dior e contribuisce regolarmente a copertine come Vogue Spain, Numero, Porter e Fader.
La miscela unica di femminismo,
natura e performance di Carlota
crea un lavoro che è allo stesso tempo sovversivo ed etereo
Ora parte dei suoi migliori scatti sono stati raccolti in “Tengo un Dragón Dentro del Corazón” – il primo libro della fotografa, uscito ad aprile di quest’anno, dove mostra la sua passione per la fotografia tra cui: donne immerse nella natura; fotogrammi di una spettacolare performance, che ha entusiasmato all’Art Basel Miami per Desigual; una collaborazione con il poeta Rupi Kaur e immagini di un suo progetto che documentano la comunità transgender a Cuba.
Nei suoi scatti si evince la diversità
dei soggetti che sceglie di fotografare.
Ci sono donne di tutte le forme, con i background più disparati
e appartenenti a diverse etnie
Il suo lavoro riflette l’attitudine all’inclusione con cui è cresciuta e di cui si sente figlia. I suoi toni caldi e gli sfondi splendidamente curati sono qualcosa da ammirare. Si dice che il suo lavoro rifletta una visione moderna, progressista e sicura di sé del femminismo post-MeToo, intrecciando elementi diversi come la performance, la moda, la natura morta, il femminismo.
In una recente intervista ha detto: “Non mi piace molto lavorare con le solite modelle, preferisco lo street casting, magari lavorare più e più volte con la stessa persona perché so che funziona, fotografare amici e conoscenti di cui mi fido. Non voglio dover decidere se fotografare o meno una persona quando tutto quello che so su di lei è che faccia ha, senza averla magari mai neanche incontrata.“