Francesca Marchisio
{Una voce contemporanea del Made in Italy}
di Alessandro Doldi
{Fashion Manager e Traveller, Milano}
La Moda è un’arte? L’eterno dibattito è stato già da tempo chiarito, da quando alla Moda è stata riconosciuta una dignità concettuale ed espressiva, capace di influenzare i tempi in cui si vive.
La Moda si nutre dell’Arte e viceversa, idea magnificamente espressa dalla stilista emergente Francesca Marchisio, che nel suo quartier generale di Via della Racchetta a Reggio Emilia, ha iniziato una collaborazione con gli artisti, attingendo alle loro opere per realizzare stampe speciali e al tempo stesso fornendo loro materiale per la creazione di nuove opere d’arte.
Questa “circolarità” è il tratto distintivo della giovane designer che ha abbracciato la filosofia del NO-WASTE e della moda sostenibile, che riutilizza scarti, scampoli stock-service e tessuti in fibre naturali prodotti in Italia, che vengono ristampati o ricamati, per dare vita ad una sperimentazione etica artigianale ad alto contenuto sartoriale.
Capi up-cycled reversibili e trasformabili che sono veri oggetti di design dall’impronta lineare e dalla sensualità gentile, con contrasti insoliti e texture sorprendenti. Capi dal gusto minimale confortevoli e versatili nel tempo, dove il dettaglio creativo diventa protagonista in modo discreto.
Capi spesso unisex poiché afferma:
“Nel futuro della moda
non c’è distinzione tra figure
maschili e femminili.
La moda si sta liberando dalle sovrastrutture e dai cliché e sta tornando alla sua essenza originale“
Apparentemente timida e indecisa, Francesca rivela un carattere determinato e coerente con i suoi ideali. “Essere autentici significa cambiare rimanendo se stessi“.
Vincitrice del Max Mara Award nel 2001 e di Next Generation nel 2007, ha presentato la sua prima collezione a Milano Fashion Week l’anno successivo e inaugurato il suo atelier nel 2010. Le chiedo qual è la fase più emozionante nel processo creativo che parte da un’idea e si trasforma in abito.
“È quando vedo, e soprattutto quando indosso, il prototipo per la prima volta“ risponde senza indugio. “Il buon risultato non è mai scontato ed è raggiunto dopo aver studiato i volumi con la modellista, le prove di cucitura con la sarta. Il risultato di un’intesa tra stile, modellistica e confezione è sempre emozionante“.
Si intuisce da alcune immagini che Francesca si muove a suo agio nel suo atelier-negozio inondato di luce e ama farsi fotografare con collaboratori e amici nell’atto di sperimentare.
È nata proprio lì l’idea di trasformare i grembiuli da lavoro in capi d’abbigliamento da portare tutti i giorni con disinvoltura. Oppure i top che sembrano corpetti imbastiti da indossare con i maxi- pants e gli spolverini leggeri, in un mix-match inusuale.
Sono curioso di sapere quanto interesse c’è, da parte di investitori e consumatori, verso le aziende che offrono valori e prodotti onesti.
“Spero in crescita. È aumentato l’interesse di approfondire le questioni legate alla sostenibilità e la risposta concreta di molti produttori. C’è un gruppo sempre più vasto di persone che, a prescindere le varie generazioni, sono più consapevoli, si informano e cercano di evolvere il sistema. Spero si traduca presto in realtà globale“.
Via della Racchetta 1/B – 42121 RE
[email protected]
www.francescamarchisio.it