THE LAST OF US Part II
{Tante domande per un’opera decisamente controversa}
di Cinzia Mantero {Gamer & Otaku}
Nel 2013 e precisamente Il 14 giugno, usciva il primo capitolo di The last of Us, videogioco prodotto dalla Naughty Dog, diventato famoso per la fortunata saga di Uncharted. In realtà non era previsto un seguito, ma il pubblico e la critica lo accolsero con tanto entusiasmo (vinse ben 204 premi) che gli sviluppatori decisero di produrne una seconda parte.
The Last of Us Part II è uscito il 19 giugno di quest’anno, facendosi attendere per ben sette anni.
I fans avrebbero dovuto impazzire di gioia, ma il progetto era già nato sotto una cattiva stella. Circa due mesi prima dell’uscita ufficiale una fonte anonima aveva già pubblicato sulla rete filmati ed anticipazioni “rubate” alla casa produttrice e non solo, i “leak” contenevano un colpo di scena memorabile, che stravolgeva la trama del primo (…e che non rivelerò, giusto per i pochi che non ne avessero mai sentito parlare).
Si vociferava di un dipendente insoddisfatto, che stufo delle condizioni proibitive nelle quali era costretto a lavorare (si parla di abusi e veri e propri maltrattamenti) avesse deciso di “vendicarsi” rivelando a tutto il mondo non solo l’evento scatenante del gioco ma addirittura il finale.
La Naughty Dog ha cercato di porre rimedio al disastro, annunciando che si sarebbe trattato di un “attacco hacker”, ma il danno ormai era fatto.
All’uscita del gioco la stampa specializzata lo accoglie con voti altissimi, il comparto tecnico è praticamente perfetto, la grafica mozzafiato e i fans impazziscono… putroppo per il motivo sbagliato.
La trama del gioco sarebbe “forzata”, i personaggi “insignificanti”… Ma è il finale che fa imbestialire gli appassionati. I voti su Metacritic sono in caduta libera, si arriva allo zero!
Analizziamo l’accaduto: a parte i soliti troll che amano perdere il proprio tempo su internet e che il gioco probabilmente nemmeno lo hanno mai sentito nominare, lasciando perdere i soliti “critici raffinati” e beceri, che scrivono “i personaggi sono omosessuali!” oppure “le ragazze sono brutte!” (sic!), si leggono anche commenti ragionati: “non abbiamo trovato empatia con i personaggi perché non gli è stato dato il giusto spessore, sono stati ridotti a poco più che macchiette senza personalità ed il finale non ha senso perché non rispecchia il carattere della protagonista e ne vanifica gli scopi”.
Certo, THE LAST OF US non è un gioco
per tutti i temi sono decisamente maturi
e la violenza mostrata (ultraviolenza)
non sembra finzione cinematografica…
E’ la violenza cattiva e viscerale “del vicino di casa che si presenta alla tua porta con un martello perché tieni il volume dello stereo troppo alto”, per intenderci. Ci sono scene da pugno allo stomaco, e i mostri (nel gioco sono le vittime dell’infezione che nel 2033 stermina il sessanta per cento della popolazione mondiale) rimangono il pericolo minore.
“L’umanità è in grado di annientarsi benissimo da sola”
questo è il messaggio del gioco
Ma chi ha ragione, se mai una ragione esiste..? Il pubblico pagante, che pretende un’opera fatta su misura per i propri gusti personali, o l’autore dell’opera stessa, che, in quanto arte, non va discussa ed accettata così com’è?
UNA CURIOSITA’: l’attrice che interpreta Dina, Cascina Caradonna, ha un canale YouTube e sta realizzando un gameplay del primo capitolo. Io gli darei un’occhiata.