Sharenting: a message from Ella
{Lo spot virale di Deutsche Telekom}
di Sarah Connor {Gamer & Otaku, Milano}
La campagna pubblicitaria di Deutsche Telekom, creata da adam&eveBerlin, ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi legati all’utilizzo improprio dei dati personali e dell’intelligenza artificiale, in particolare in relazione alla pratica della condivisione dei genitori, che condividono online contenuti sui propri figli.
Utilizzando l’hashtag #ShareWithCare, l’azienda si propone di promuovere un atteggiamento responsabile verso la gestione dei dati personali, con particolare attenzione alla protezione delle immagini dei bambini. La campagna si apre con un impatto visivo notevole, ovvero un video deepfake intitolato “A Message from Ella”, che illustra le conseguenze della diffusione di immagini di minori su Internet. Il film, diretto da Sergej Moya e la società di produzione berlinese Tempomedia, vuole aumentare la consapevolezza sulla pratica dello sharing, in cui i genitori condividono dettagli personali e immagini della vita dei loro figli online.
Il video presenta l’immagine di una giovane attrice di nove anni, chiamata “Ella”, che interpreta la protagonista. Grazie all’utilizzo della più recente tecnologia di intelligenza artificiale, è stato possibile creare un video deepfake della ragazza, ovvero un video artificiale generato attraverso l’apprendimento automatico. Nel video, si può vedere la “Ella adulta” che si rivolge ai suoi genitori, avvertendoli delle conseguenze della condivisione di foto dei loro bambini su Internet. Per la prima volta, è stato creato un deepfake virtuale di una bambina di nove anni invecchiata artificialmente in modo da apparire e parlare come una donna adulta. Ella rappresenta l’intera generazione di bambini che rischiano di subire le conseguenze della condivisione incontrollata dei propri dati online.
Gli esperti prevedono che entro il 2030, due terzi dei casi di furto di identità avverranno attraverso la condivisione incontrollata dei dati online (fonte: The New Yorker). La condivisione incauta di foto dei bambini e di altri dati personali, come nomi e età, tramite social media e servizi di breve messaggistica, espone involontariamente i minori a rischi come la profilazione da parte di intermediari di dati, l’hacking, il riconoscimento facciale, la pedofilia e altre minacce alla privacy e alla sicurezza.