Peter Tatchell
{l’attivista per i diritti umani e libertà LGBT+}
di Micaela Antozzi {Art Director}
Il 10 maggio 1990 a Londra, dieci giorni dopo l’omicidio omofobo dell’attore gay Michael Boothe, portò una trentina di persone, incredibilmente motivate a riunirsi per creare un movimento per i diritti civili di lesbiche e gay, con l’obiettivo di contrastare l’omofobia sistemica che “infettava la vita quotidiana” nel Regno Unito a quell’epoca.
Nacque così “OutRage!” un gruppo radicale per i diritti umani, impegnato in azioni dirette, radicali e non violente di disobbedienza civile che ha combattuto contro l’omofobia per circa 21 anni. Il suo avvento ad oggi è considerato un punto di svolta per l’attivismo LGBT in Gran Bretagna.
Di spicco tra gli attivisti
c’era Peter Tatchell
L’omofobia a cavallo degli anni 80/90 era diventato un’espressione d’odio molto sentita anche grazie alla diffusione dell’epidemia di Aids.
Toccò il suo culmine in Gran Bretagna, in un discorso di Margaret Thatcher nel 1987, tenuto in una conferenza del suo partito, dove attaccò il diritto di essere gay dicendo:
“Ai bambini dovremmo insegnare a rispettare i valori morali tradizionali,
non il diritto inalienabile di essere gay”
Dopo questo discorso, introdusse immediatamente una legge chiamata Sezione 28, un decreto legislativo che vietava “di discutere sulla omosessualità nelle scuole e la sua promozione”.
Tutto questo fece aumentare il dissenso nei movimenti britannici per i diritti degli omosessuali. OutRage! fu uno di questi. Con varie azioni di protesta affrontò frontalmente la Sezione 28 producendo un volantino con scritto “Va bene essere gay” che fu distribuito davanti ai cancelli delle scuole, provocando un enorme contraccolpo politico.
Nel giugno del 90, OutRage! tenne la sua prima manifestazione fuori dai bagni pubblici di Hyde Park, questa volta contro le operazioni di arresto di gay da parte della polizia metropolitana. Il gruppo organizzò un “kiss-in” un bacio di massa di coppie omosessuali sotto la statua di Piccadilly Circus a Londra, per protestare contro gli arresti.
Nel 92 fu la prima organizzazione del Regno Unito che scese in prima linea per richiedere il matrimonio tra persone dello stesso sesso. In quell’anno Peter Tatchell dispose che cinque coppie dello stesso sesso si presentasseo all’ufficio dell’anagrafe di Westminster per sancire il loro matrimonio. Una di queste coppie si vestì con un abito da sposa bianco, preso in prestito da una drag queen. Il cancelliere dell’anagrafe allarmato, chiamò il Ministero degli interni.
Peter Tatchell e altri attivisti di OutRage! iniziarono a concentrarsi anche sulla Chiesa d’Inghilterra che si opponeva al riconoscimento delle relazioni omosessuali. Questo movimento, a volte criticato per aver fatto uscire allo scoperto persone che volevano mantenere segreta la loro omosessualità, nel 1994 fece pubblicamente il nome di dieci vescovi, chiedendo loro di “raccontare la verità” sulla loro sessualità.
Ciò generò discussioni pubbliche sulle questioni gay rispetto a qualsiasi campagna mai condotta in Gran Bretagna da altri movimenti, portando conseguentemente la Chiesa d’Inghilterra ad emettere una delle sue più forti condanne di discriminazione omofobica.
“Se chi ha il potere, non ha compassione,
devi alzare la posta in gioco”
Episodio eclatante fu quando occuparono agitando striscioni, il pulpito della cattedrale di Canterbury nella domenica di Pasqua, durante il sermone dell’arcivescovo George Carey, (per altro trasmesso in mondovisione) per poi essere arrestati da polizia. La protesta fu efficace, finirono sulla prima pagina di tutti i giornali portando la questione in primo piano.
Altri episodi che finirono alla ribalta internazionale, ricordiamo l’mboscata di Peter Tatchell al presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe (noto per gli abusi del suo regime in violazione dei diritti umani) nel tentativo di farlo arrestare per poterlo far processare in un tribunale dell’Aja con l’accusa di tortura, ripreso da tutti media del mondo, mentre le guardie del corpo di Mugabe lo pestavano.
Nel 2007 Peter Tatchell andò in Russia con il cantante Richard Fairbrass frontman degli “Right Said Fred” per partecipare a un Gay Pride a Mosca, dove furono aggrediti violentemente da omofobi e neonazisti.
Di nuovo in Russia nel 2018 durante la coppa del mondo, Tatchell fu fermato dalla polizia vicino alla Piazza Rossa, per aver protestato contro le torture dei gay in Cecenia, stringendo in mano un cartello con su scritto: “Putin non si preoccupa di fermare le torture degli omosessuali in Cecenia”.
Peter Tatchell negli anni a seguire e con la sua fondazione ha lavorato su una grande varietà di campagne di protesta contro la discriminazione e l’ingiustizia: l’apartheid, le armi nucleari, il degrado ambientale e la pena di morte. Si è espresso contro le dittature nella Spagna franchista, nel Cile di Pinochet e nell’Iran di Khomeini, si è battuto per l’indipendenza a Timor orientale e nella Papua occidentale e contro le violazioni dei diritti umani in tutto il mondo.
Anche se successivamente le leggi sui reati sessuali omofobici sono state abrogate e i matrimoni tra persone dello stesso sesso ora è diventato legge in Gran Bretagna, ad oggi, nel 2021 paesi come la Russia vietano rapporti sessuali non tradizionali e l’omosessualità rimane illegale in circa 67 paesi del mondo, di cui 6 prevedono la pena di morte.
Se ne volete sapere di più, è uscito in questi giorni su Netflix un docufilm (che vi consiglio di guardare) su questo coraggioso personaggio
Questa è la storia della vita del controverso attivista per i diritti umani i cui atti provocatori di disobbedienza civile hanno scosso l’establishment, rivoluzionato gli atteggiamenti nei confronti dell’omosessualità ed esposto i tiranni nella lotta per l’uguaglianza.