La Real Seteria e colonia di San Leucio
{Sul Filo di Seta}
di Alessandro Doldi
{Fashion Manager e Traveller, Milano}
Una piazza metafisica mi ha accolto alla Real Seteria e Colonia di San Leucio, un vero gioiello industriale del Settecento, voluto dai Borbone e che si specializzò nella produzione e nella tessitura della seta.
Nato come opificio allo scopo di fornire un’attività lavorativa ai poveri dell’ospizio, la colonia iniziò a crescere ed ingrandirsi. Furono inviati alcuni giovani in Francia ad apprendere l’arte della tessitura per importarne poi i segreti.
Nel 1776 nasce ufficialmente la Real Seteria: vennero costruiti nuovi edifici per accogliere macchinari sempre più all’avanguardia e abitazioni per gli operai dotati di acqua corrente. Contemporaneamente iniziarono ad arrivare le maestranze e si incentivò la produttività con bonus in denaro.
Il sogno di Ferdinando IV e della sua città ideale, Ferdinandopoli, comincia a prendere forma e verrà poi inseguito dal figlio Carlo III. La colonia assunse uno statuto proprio. Viene istituita la prima scuola dell’obbligo con discipline professionali in Italia.
Il tutto in un contesto meraviglioso ai margini del parco della Reggia di Caserta.
Dal belvedere la vista spazia fino al Vesuvio ed oltre, abbracciando i Campi Flegrei.
Tra telai originali, arcolai meccanici e sottilissimi fili di seta, il percorso si snoda anche tra gli appartamenti reali, in cui fa la sua scena madre l’incredibile bagno di Maria Carolina, sorella di Maria Antonietta: una piscina riscaldata in marmo rosso di Mondragone.
Tra broccati, damaschi, chines, pekins e tulle, la produzione raggiunse livelli qualitativi altissimi, con tessuti anche esclusivi, come il famoso “filo di vetro” e il jacquard.
Da tutta Europa arrivarono commesse prestigiose ed oggi le sete di San Leucio si trovano al Quirinale, in Vaticano, alla Casa Bianca. Molte bandiere, come quella di Buckingham Palace, sono fatte da questa seteria.
L’attività proseguì fino al 1862, anno in cui i Savoia ne decisero la chiusura. Venne successivamente riaperta a fasi alterne con concessioni ad imprese private, ma è dal 2015 che viene gestita da una famiglia di imprenditori casertani. Nel 1997 l’UNESCO riconobbe il complesso di San Leucio, insieme alla reggia di Caserta e all’acquedotto Carolino, come Patrimonio dell’Umanità.