Fuga da Mosca
{Il mondo, tornato per incanto agli anni ‘80}

di Micaela Antozzi {Art Director}

Rileggere il passato è quasi sempre utile per capire il presente.
La storia dovrebbe insegnarci a “riavvolgere il nastro” come in un film, (che tanto film non è, ma vita reale). La trama è la stessa, anche se cambiano i protagonisti, mentre in primo piano, ci sono nuovi elementi: le tecnologie dell’informazione e le architetture finanziarie strategiche globali, basate appunto sulla tecnologia.

Con la Guerra Fredda finita da più di 20 anni, oggi, in pieno terzo millennio,
la democrazia è attaccata da un regime autoritario gonfio di rabbia
(e gonfio di botox)

Le sorti dell’Europa dipendono proprio da un solo personaggio, un autocrate che non sembra “essere in grado” di fare marcia indietro, totalmente incurante delle conseguenze. Tutto questo, mentre il mondo post-Covid avrebbe dovuto concentrarsi esclusivamente sulla ripresa economica.

Per ora le conseguenze per la Russia, oltre alle sanzioni effettive, di cui straordinariamente ha aderito anche la Svizzera (abbandonando per la prima volta la propria neutralità), arrivano anche dalle grandi aziende che velocemente “abbandonano il campo”, ovvero l’esodo di massa del grande business internazionale e la fuga da Mosca.
Si parla di compagnie, che hanno investimenti miliardari nella Federazione e si parla anche della chiusura di joint venture pluri-decennali. Nomi come Apple, Bp (British Petroleum, gigante petrolifero britannico), Shell, Maersk, Volvo, interrompono il business dopo l’offensiva militare sull’Ucraina.

Apple blocca la vendita di prodotti in Russia, limitando l’accesso anche all’App Store e sebbene il marchio non abbia store fisici nella nazione, interrompe l’acquisto dei suoi dispositivi tramite il negozio online, anche i diversi rivenditori di terze parti in tutto il mondo, hanno il veto di vendere. “Siamo profondamente preoccupati per l’invasione russa dell’Ucraina e siamo al fianco di tutte le persone che stanno soffrendo a causa della violenza, continueremo a valutare la situazione e ci uniamo a tutti coloro che in tutto il mondo chiedono la pace”, ha affermato Apple in una nota.
Il gigante dell’abbigliamento sportivo Adidas, conclude la partnership con la squadra di calcio russa “con effetto immediato”. Il brand collaborava con il sindacato di calcio dal 2008, sponsorizzando l’abbigliamento per le sue squadre nazionali maschili e femminili.
E chissà quanti ne arriveranno ad abbandonare la Russia, che via via, sembrerebbe essere sempre più isolata.

I COLOSSI DEL MONDO TECH: E LE POSIZIONI DIRETTE NEL CONFLITTO
All’inizio di questa settimana Google, ha emesso un divieto sulla capacità dei canali russi, di monetizzare sulla piattaforma YouTube di sua proprietà e, facendo un ulteriore passo avanti, ha bloccato anche l’accesso ai media statali, inclusi RT e Sputnik in tutta Europa, come riportato da Reuters.
Inoltre Google ha annunciato l’attivazione un servizio di SOS su Google Search. Quando i cittadini ucraini cercano un rifugio viene mostrato un avviso che punta alle risorse delle Nazioni Unite. L’azienda ha anche rimosso le funzionalità di modifica delle mappe in Ucraina e cancellato tutti i contenuti degli utenti (foto, video ecc.) che possono essere sfruttati dai russi per gli attacchi aerei.
Anche Twitter ridurrà la visibilità dei tweet che si collegano ai media statali russi, i tweet saranno contrassegnati da una apposita label di colore arancione contrassegnata dal messaggio “Questo tweet riporta a un sito web affiliato allo stato russo”, contribuendo a facilitare l’individuazione delle fonti alle quali fa riferimento Twitter.
Elon Musk ha invece accolto l’appello del vice premer Fedorov attivando il servizio Starlinkin Ucraina, indirizzando più satelliti in corrispondenza del Paese (Starlink gestisce una costellazione di oltre 2.000 satelliti che garantiscono l’accesso a internet a livello globale indipendentemente dalle connessioni terrestri). SpaceX ha subito inviato un camion pieno di router dell’azienda, da distribuire a enti, organizzazioni e civili, in modo da poter restare connessi a internet.

CYBER WAR E CYBERSECURITY: #OpRussia
ll collettivo Anonymous, il più noto gruppo di attivisti hacker al mondo, schierato apertamente in sostegno del popolo ucraino, sta colpendo in modo pesante la Russia con attacchi informatici continui. Colpiti la tv russa RT News, il sito del ministero della Difesa, della Presidenza, Gazprom e la Tetraedr – legati al governo di Putin, diffondendo migliaia di documenti riservati. «Vogliamo mandare messaggi al popolo russo perché possa essere libero dalla macchina della censura statale» hanno detto in un comunicato video. Non solo, ha predisposto anche una chiamata alle armi contro Mosca rivolta agli «hacker di tutto il mondo», sotto l’ombrello-hashtag #OpRussia.
La carta degli attacchi informatici non è però esclusivamente una prerogativa di Anonymous. Secondo quanto riportato dalla rete televisiva statunitense Nbc News (che cita fonti a conoscenza del dossier), sul tavolo del presidente americano Joe Biden, quella dei cyberattacchi, è una delle carte possibili per indebolire la Russia nella sua campagna militare contro l’Ucraina. Tra le possibilità (ipotetiche) ci sarebbe anche quella di bloccare i collegamenti Internet in Russia, l’interruzione dell’energia elettrica o la manomissione degli scambi ferroviari.

LO SPORT SI SCHIERA: NO ALLA GUERRA
Dal calcio al basket, fino alla Formula 1, “Condanniamo fortemente l’invasione russa dell’Ucraina”, sottolinea la Uefa, che si richiama ai valori europei della pace. Al derby milanese di Coppa Italia, il messaggio di Shevchenko, che avvolto nella bandiera del suo paese, ha rivolto, con un volto segnato da tanti giorni di angoscia, il suo messaggio: “Cari amici italiani, da San Siro vi chiedo di far sentire il vostro sostegno per la pace in Ucraina. Il popolo ucraino vuole la pace, perché la pace non ha confini, perché ciò che ci unisce deve essere più forte di ciò che ci divide. Fermiamo insieme questa guerra.”

LAST, BUT NOT LEAST…
Negli ultimi giorni si sta sviluppando un boicottaggio internazionale anche della vodka russa e del caviale, Stati Uniti, Canada, Finlandia, Nuova Zelanda, Australia, hanno ritirato dai propri scaffali tutti i prodotti di produzione russa e a marchio russo.

Vladimir Putin, l’uomo che ha occhi ma uno sguardo privo di qualsiasi espressione, l’ex KGB con le sue manovre in stile Guerra fredda, come se il Cremlino fosse ancora il centro di un impero mai imploso e il muro di Berlino non fosse mai caduto

Tutto quello che sta succendendo dovrebbe far riflettere: le nostre vite, le nostre esistenze, potrebbero cambiare da un giorno con l’altro, un virus pandemico o una guerra, che diventa “la solita sporca guerra”.

Ieri un messaggio via Telegram con il mio amico Pancras a Londra:
– Hey Pancro… si torna come prima… ai meravigliosi anni 80!
– Hai voglia, in tutto e per tutto… solo che ora abbiamo internet e fake news a rendere tutto ancora più incasinato…
– A proposito di anni 80 se chiude telegram possiamo tornare a *IRC … farebbe molto old fashion!

*(IRC) Internet Relay Chat