Come scimmie evolute
{con smartphone e bombe a mano}
di Micaela Antozzi {Art Director}
Dove va il mondo? Nello stato di torpore e inerzia che sembra aver colpito il pianeta, in un’epoca di trasformazioni profonde e veloci, questa è la domanda che sintetizza uno stato d’animo di incertezza dinanzi agli scenari che si stagliano all’orizzonte.
In un mondo (tutto), incapace di risvegliarsi di fronte a prospettive potenzialmente minacciose che meriterebbero invece un’analisi approfondita e una risposta politica responsabile, vi è una sorta di paralisi del pensiero critico e dell’azione politica a fronte di sfide, che richiederebbero piuttosto lucidità e lungimiranza.
Non è da escludere che questa profonda inerzia stia creando terreno fertile per “nuove forme di dominio assoluto e dittatura”, diverse da quelle del Novecento certo, ma pur sempre derive autoritarie che potrebbero realizzarsi compiutamente.
Viviamo in un’era di profonde trasformazioni, anche a livello tecnologico e comunicativo
Quando le persone contribuiscono, interagendo a discussioni online insieme ad account automatizzati (BOT), che diffondono idee in modo parziale e mirato, e quando nel confronto sulle tematiche di qualsiasi governo intervengono soggetti, le cui reali intenzioni ed obiettivi rimangono ambigui e nascosti, è a rischio il libero dibattito democratico.
Profili gestiti da software, programmati per veicolare messaggi di parte e manipolare l’opinione altrui, l’intervento di attori non trasparenti nel dibattito pubblico e politico con l’intento di orientarlo, rappresenta un rischio per la democrazia.
La posta in gioco è la salvaguardia dei valori e delle libertà fondanti le nostre società aperte
Questa è un’epoca dove anche il pericolo di problematiche serie, ma sopite, possono degenerare portando esiti catastrofici, se non affrontate tempestivamente.
Il degrado morale, o meglio i cambiamenti nei livelli di moralità di una società, stanno influenzando il suo sviluppo culturale e sociale nel tempo.
In particolare, il passaggio da una morale più elevata ad una più degradata, potrebbe precedere o accompagnarsi ad una fase di declino, come alcuni studiosi ultimamente sostengono.
Questo processo avrebbe inizio lentamente, a partire da alcune scelte individuali che, sebbene apparentemente innocue, andrebbero progressivamente estendendo i loro effetti negativi a tutto il tessuto sociale e, proprio come un’epidemia si diffonde gradualmente da un individuo all’altro, anche queste nuove norme lessicali finirebbero per coinvolgere prima il singolo, poi le famiglie e infine i governi e le nazioni nel loro complesso.
Il risorgere di nazionalismi, integralismi e populismi in diversi Paesi è sicuramente motivo di preoccupazione. Queste pulsioni, se non governate e guidate verso un terreno costruttivo, rischiano di portare a derive estremiste e diventare esiziali. In ultimo ma non per ultimo, l’emergenza climatica dove è arrivato il tempo di agire. Non sono più ammessi ritardi.
Fermiamoci un attimo
Fermiamo questa frenesia con cui spesso consumiamo i contenuti, sintomatica di una superficialità cui si accompagna una progressiva “paralisi del pensiero critico”, condizione di inerzia e assopimento dal quale sarà difficile risvegliarsi.
Fermiamo il “compulsivo downscrolling” a cui facciamo spesso ricorso sui media, scorrendo freneticamente post e notizie senza fermarci a riflettere.
Distogliersi dal flusso ininterrotto delle notizie per soffermarsi sulla comprensione è un piccolo gesto, che in prospettiva, può rafforzare notevolmente le difese contro le distorsioni e le manipolazioni.
Progresso materiale. Regresso umano
In un certo senso, siamo scimmie evolute con a disposizione strumenti potentissimi che la tecnica moderna ha saputo creare. Abbiamo raggiunto livelli incredibili di progresso materiale, ma non altrettanto in termini di maturità individuale, collettiva, ma soprattutto di empatia. Quest’ultima sembrerebbe scomparsa.
Questo disuguaglio tra evoluzione tecnologica ed emotiva, potrebbe renderci ancora più esposti a derive distruttive, se non impariamo a governare in modo saggio e responsabile. È forse venuto il momento di riflettere seriamente su come riequilibrare l’aspetto razionale e quello emotivo del nostro essere umani. Fermiamoci a pensare o perlomeno… rallentiamo il ritmo.
Dove va il mondo?
Naturalmente non ho una risposta. E’ come se il mondo stesse vivendo in una sorta di “sonnambulismo”, a fronte di sfide che richiederebbero invece lucidità e lungimiranza, per poter adottare una (pre)visione quanto più oggettiva possibile, calcolando le variabili in gioco e le loro conseguenze che potrebbero diventare potenzialmente funeste. Un momento delicato in cui anche problematiche latenti potrebbero degenerare da un momento all’altro, se non affrontate con tempestività e decisione.
E’ tempo di risvegliarsi.