Roberto Cambi
{La bottega delle meraviglie}
Intervista di Alessandro Doldi
{Fashion Manager e Traveller, Milano}
Entrare nel laboratorio – bottega di Roberto Cambi in Corso XXII Marzo 42 a Milano, è come entrare in una Wunderkammer dai colori sgargianti e dai richiami pop.
Fiori di ceramica smaltata dai lunghi steli e impreziositi di dettagli (“Buds”) si protendono verso lampadari ricchi di elementi ispirati alla natura e dalla struttura complessa (“Green bubble flowers”) che illuminano vasi dalle linee sinuose e bizzarre, piatti in vetro dalle forme irregolari e dipinti a mano, enormi lische di pesce tatuate come fossero reperti di antiche tribù Maori (“Tatooed Fishbones”) e strane creature dotate di bocche dentate ispirate a Bosch, a rappresentare la voracità consumistica a cui siamo assoggettati (“Gluttons”).
Roberto mi accoglie con un sorriso aperto e lo sguardo inquieto degli artisti.
Ci conosciamo da quando, più di vent’anni fa, acquistai il primo dei fantasmi portalume (“Ghost”), con i quali ha realizzato nel 2016 una spettacolare installazione al Castello di Castellamonte (“Ghosts escape the tower”), dove schiere di fantasmi di ceramica sembravano scappare dalle finestre di un antico maniero.
Suggestivo di giorno, lo era ancora di più di notte con i lumi accesi nel ventre dei fantasmi.
Roberto Cambi è avvezzo alle installazioni monumentali, dove spesso un manufatto di piccole dimensioni viene riprodotto in molteplici esemplari e varianti e gli elementi vengono poi assemblati fino a comporre un’opera di grandi proporzioni.
Come i magnifici lampadari esposti al Mudec, o le visionarie “Black Honey”, in cui macro alveari e api giganti invadono gli spazi della Dickens’ Room a Londra, e “The Oracle”, ispirato all’oracolo di Delfi e al mito di Edipo, dove il busto di un uomo emerge da una catasta di braccia e occhi sospesi che ondeggiano diretti da un meccanismo.
Entrambi sono stati esposti alla House of Barnaba di Soho.
È con l’ambiziosa opera site-specific “It’s only a matter of time”, un’imponente lisca di pesce di ceramica che simboleggia la brevità della vita, che si aggiudica il premio speciale “Open Award” nell’ambito del prestigioso Arte Laguna di Venezia nel 2014.
Nelle tue creazioni traspare, con evidente sincerità emotiva, una vena gioiosa e giocosa che ha radici in quell’infanzia che tu stesso hai definito “felice e spensierata“. Quanto contano la leggerezza, la magia e l’ironia nella tua arte?
Magia e ironia sono il perno centrale che fungono da motore per muovere la macchina della mia creatività. Spesso le uso come velature che celano tematiche più profonde, a volte inquietanti o dissonanti.
Assistiamo in tutti campi ad una commistione di linguaggi. Quanto è importante per te e la contaminazione nell’arte?
I condizionamenti nell’arte ci sono sempre stati, oggi più che mai. È importante misurarsi con qualsiasi elemento che incrementi la tua curiosità e il pensiero critico, per poi arrivare a definire meglio il tuo progetto. L’artista dovrebbe in queste operazioni così delicate, mantenere la sua integrità che vieni ogni giorno messa alla prova da esigenze di mercato. Il ruolo fondamentale, cioè quello di combattere il linguaggio e il pensiero comune, l’omologazione e il precostituito, deve rimanere saldo altrimenti si viene a meno del proprio ruolo.
Lavori spaziando tra numerose discipline, pittura, scultura, design e decor e utilizzando diversi materiali, dalla ceramica al vetro, al metallo: qual è l’elemento attraverso il quale riesci ad esprimerti al meglio?
Le discipline, lo dice la parola stessa, necessitano di conoscenza, rigore, pratica. Ogni materia o materiale porta con sé le sue leggi fisiche pronte per essere usate o stravolte. Da ognuna percepisci un’attrazione o fascinazione diversa, perché diversa è la chiave che apre ogni porta. Fra tutte, quelle che prediligo, sono le materie plastiche perché si prestano più di altre alla manipolazione, all’aggiungere e togliere, al concavo e al convesso.
Roberto Cambi
Corso XXII Marzo 42 Milano
www.robertocambi.com