Palazzo Grimani a Venezia
{l’apoteosi del collezionismo}
di Alessandro Doldi
{Fashion Manager e Traveller, Milano}
L’ingresso d’acqua dal canale San Severo è sicuramente più suggestivo, ma anche quello che appare percorrendo fino in fondo l’ombroso ramo della Ruga Giuffa, in Sestiere di Castello, a due passi da Campo Santa Maria Formosa, svela piano piano la bellezza e la magnificenza di Palazzo Grimani a Venezia.
Acquisito in stato di degrado dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali nel 1981 e sottoposto ad un restauro superbo, palazzo Grimani è stata la dimora di Antonio Grimani, Doge nel 1521.
Inizialmente era un nucleo più antico di epoca medievale, attorno al quale è stato eretto uno sfarzoso palazzo rinascimentale sullo stile della Domus romana.
Gli interventi proseguirono con gli eredi, i figli Vettore e Giovanni, quest’ultimo Patriarca di Aquileia e raffinatissimo collezionista, subì anche un processo per eresia.
Un’infilata di stanze, decorate con grottesche, stucchi con figure mitologiche, marmi, vasi, bronzi, statue e affreschi che ricoprono i soffitti con alberi da frutto, fiori e animali, conduce alla straordinaria Sala Tribuna, l’ambiente più spettacolare di tutto il palazzo.
Chiamata anche Antiquarium o Camerino delle antichità, è ispirata al Pantheon, con un oculo rettangolare al vertice di una cupola che illumina dolcemente l’incredibile collezione di sculture classiche del Patriarca, ora ricollocata nella posizione originale grazie al progetto “Domus Grimani 1594-2019”, che ha seguito lo schema di alcuni disegni settecenteschi, copie di illustrazioni più antiche.
La collezione infatti, composta da più di 130 elementi, era stata donata dallo stesso Giovanni alla Serenissima, diventando il nucleo fondante del Museo Archeologico Nazionale di Venezia, dove ritornerà al termine dell’esposizione.
In alto domina il Ratto di Ganimede, replica romana di un modello tardo ellenistico, che si staglia contro la luminosa cupola decorata a formelle, creando subito un effetto quasi onirico.
Sulle pareti, come in una Wunderkammer rinascimentale, i busti e le statue si affacciano tra nicchie, timpani e colonne. E a chiudere un meraviglioso pavimento in marmo policromo che riproduce un fiore stilizzato a doppia corolla.