No Space, Just a Place. Eterotopia
{L’exhibition di Gucci a Seoul, Prospettive radicali sulla diversità}
di Micaela Antozzi {Art Director}
Gucci presenta “No Space, Just a Place” un’ambiziosa mostra a Museo Daelim di Seoul, nella mia amata Corea del Sud.
Il progetto a più livelli prende spunto dalla complessa storia degli spazi d’arte indipendenti e alternativi della capitale sudcoreana e il suo panorama artistico contemporaneo.
La mostra è guidata dalla curatrice e scrittrice Myriam Ben Salah che spiega come è nata l’idea:
“La mostra è una riflessione sull’idea di eterotopia, di uno “spazio altro”. L’era in cui viviamo sembra spingerci a creare una nuova definizione di quello che potrebbe essere uno “spazio altro”, non solo fisicamente, ma anche mentalmente e metaforicamente: un luogo in cui costruire un futuro diverso e migliore, dove gli esseri umani possano individuare nuovi modi di relazionarsi tra di loro e con l’ambiente circostante.”
L’exhibition si ispira ai valore etici ed estetici dei rapporti tra generi e gender e il concetto di Learnscapes (luoghi in cui è stato progettato un programma di apprendimento per consentire agli utenti di interagire con l’ambiente) proponendo opere sperimentali che invitano gli spettatori a prendere in considerazione prospettive radicali sull’alterità e alternative al mainstream istituzionale, ma soprattutto cercando di rafforzare le narrazioni espresse dalle comunità emarginate nel tessuto sociale sempre più eterogeneo della Corea, rivelando una molteplicità di prospettive su nozioni di: utopia, solidarietà e appartenenza.
Tuttavia, “No Space, Just A Place” non si limita a riunire vari spazi artistici indipendenti sotto lo stesso tetto; in tutto il museo, installazioni immersive di cinque artisti internazionali offrono prospettive globali sulla politica e la rappresentazione dell’identità che ampliano la portata del mandato discorsivo della mostra.