I mondi visionari di Maurits Cornelis Escher
{Solo coloro che tentano l’assurdo raggiungeranno l’impossibile}
Monica Bani {Fotografa}
Maurits Cornelis Escher (1898-1972) é stato un incisore e grafico olandese, entrato subito nel cuore degli appassionati d’arte e degli artisti contemporanei che a esso si sono ispirati, raggiungendo un successo planetario, che non ha mai accennato a subire flessioni.
Dopo aver conseguito a fatica il diploma e un tentativo fallito negli studi di architettura, decise di ascoltare il proprio istinto, studiando arti grafiche con Samuel Jessurun de Mesquita, il quale ebbe una grande e duratura influenza sul giovane artista.
L’Italia ebbe una certa importanza nella sua vita e dal 1924 al 1935 visse nel nostro paese, incontrando la sua futura moglie e rimanendo affascinato dai paesaggi e dai monumenti a tal punto che costituiranno grossa parte della sua produzione grafica e artistica giovanile.
Quando in Italia il regime fascista prese il sopravvento, Escher decise di lasciare il paese, trasferendosi in Svizzera con tutta la famiglia. La nascita del primo figlio e complice il “paesaggio” che poco lo entusiasmava, suscitò un cambiamento nella sua visione artistica, maturando così la svolta della sua vita. Come lui stesso affermava:
In Svizzera e in Belgio ho trovato molto meno interessanti sia i paesaggi che l’architettura, rispetto a ciò che avevo visto nel Sud Italia. Mi sono così sentito spinto ad allontanarmi sempre di più dall’illustrazione più o meno diretta e realistica della realtà circostante. Non vi è dubbio che queste particolari circostanze sono state responsabili di aver portato alla luce le mie “visioni interiori”
Osservando oggi le opere di Escher, significa intraprendere un viaggio dentro i confini dello spazio, in un mondo immaginifico, surreale e unico che forse esiste in qualche angolo della nostra mente. Ed è così che Escher, dal carattere riservato ed inquieto, ma geniale al tempo stesso, suscita nell’osservatore degli interrogativi su cosa sia vero e su cosa sia solo mera apparenza.
“Lo stupore è il sale della terra” è una delle frasi che amava pronunciare e con le sue opere è sicuramente riuscito nell’intento di donare stupore a tutti coloro che osservano le sue opere, dove tutto è connesso: scienza, natura, rigore analitico e capacità contemplativa.
Escher, artista poliedrico e contemporaneo del suo tempo, può essere considerato a tutti gli effetti un esponente ante litteram di correnti come il Surrealismo e l’Optical Art e nonostante siano passati 48 anni dalla sua scomparsa, la sua arte non accusa i segni del tempo né teme la concorrenza delle nuove tecnologie digitali.
Apertura di Graham Nash (Crosby, Still, Nash & Young)
Risorse
- Web: https://mcescher.com
- Mostre in corso: www.mostraescher.it
Trieste – dal 30 maggio al 19 luglio 2020