Fabio Marullo {Nel giardino della Terra}
di Alessandro Doldi
{Fashion Manager e Traveller, Milano}
Uno shooting fotografico è stata la fortunata occasione per conoscere l’artista Fabio Marullo e visitare il suo studio nel cuore di NoLo, il nuovo distretto milanese dei creativi, delle gallerie d’arte e del design contemporaneo. Fabio ha aperto le porte del suo luogo più intimo, un loft pieno di luce e immerso in un giardino rigoglioso, uno spazio in cui si esprime in totale libertà, quello che lui stesso definisce “il teatro della rappresentazione” e nel quale crea le sue opere: disegni, dipinti, sculture, appunti visivi, archivi e raccolte.
È in questo porto sicuro che l’artista è approdato dopo aver vissuto in più parti d’Europa e del mondo, con un bagaglio culturale sostanzioso: una laurea in Architettura, Storia e Conservazione dei Beni Culturali, un master in Arti Visive e diverse esperienze accademiche nel campo della fotografia.
Colpiscono i suoi modi gentili e il dialogare pacato, in contrasto con i tratti marcati del viso e la profonda inquietudine che traspare dagli occhi, specchi di un’anima sempre tesa verso la ricerca incessante e vitale del proprio sé. Alle pareti grandi tele di lino dipinte nei toni del verde giocano con i cambiamenti atmosferici, trasformandosi di ora in ora con le variazioni di luce e interagendo con ombre e riflessi.
Da vicino sono dipinti astratti, da lontano si percepiscono talvolta elementi naturali, ponendo l’osservatore in una totale libertà di interpretazione.
Sono opere che infondono una certa pace interiore, segno che i percorsi tortuosi spesso portano a soluzioni di raro equilibrio e bellezza. Lavora con una notevole quantità di materiali, acrilici, colori ad olio, inchiostro, grafite, argilla e tecniche miste.
È dal mondo vegetale e minerale che è attratto e dal divenire costante della natura, che nasce, si trasforma e muore, per poi ricominciare. Ma soprattutto dalle anomalie botaniche e dai suoi aspetti più bizzarri. Come lui stesso afferma: “Il lockdown ha reso evidente quanto l’intervento dell’uomo sulla Natura non si possa protrarre oltre nei termini di sopruso e sfruttamento delle risorse e come sia necessario un ridimensionamento, un ripensamento culturale dell’uomo non più centro di un mondo di cui appropriarsi, ma come parte di un tutto, in cui reimmergersi per riappartenervi”.
Da un atteggiamento di riscoperta e di meraviglia prende forma il progetto dell’artista che da qualche anno cerca “una voce di giorno in giorno sempre più urgente nel giardino della Terra, dove sono le specie più nascoste a parlarci, sin dalle ere più antiche, di sopravvivenza e di cambiamento. Piante o insetti, microorganismi o funghi, ci insegnano quanto siano i modelli di collaborazione tra specie a rendere florida e vitale la Natura”.
Fabio Marullo
www.fabiomarullo.com
© photos/Monica Spezia