Alexander Reben
{L’artista che collabora con l’intelligenza artificiale per fare arte}
di Belly Bellini {Chief Digital Officer}
Alexander Reben è un artista, ricercatore e robotista americano formatosi al MIT, meglio conosciuto per le sue opere create in collaborazione con l’intelligenza artificiale e per le sue ricerche nel campo della robotica. Usando strumenti come la filosofia artificiale, la psicologia sintetica, la manipolazione percettiva e la magia tecnologica, Alexander Reben porta alla luce il nostro inscindibile intreccio evolutivo con l’invenzione, che ha indiscutibilmente plasmato il nostro modo di essere. Questa “arte come esperimento” ci permette di capire chi siamo e considerare chi diventeremo, nel nostro continuo co-sviluppo con le nostre creazioni artificiali.
In una recente intervista su BBC Future (in inglese) Alexander Reben, che lavora da anni proprio con l’intelligenza artificiale, spiega come potremmo entrare in un nuovo entusiasmante periodo che cambierà il modo in cui pensiamo della creatività stessa. Durante la pandemia da Covid-19, momento in cui le relazioni, gli incontri e i modi di lavorare stavano cambiando le nostre vite, si è trovato a riflettere: “ho faticato a sentirmi ispirato quando eravamo tutti fisicamente isolati l’uno dall’altro. Tuttavia, in mezzo a tutto il questo caos e l’incertezza, ho trovato un collaboratore inaspettato: l’ntelligenza artificiale”.
A quel tempo, l’artista ricercatore, aveva accesso a un algoritmo di apprendimento automatico chiamato GPT-3, in grado di scrivere passaggi di testo originale. Ad esempio, digitando qualcosa come “The following is a description of a fish”, potresti ottenere:
“Un pesce è una piccola creatura color argento con un corpo lungo e snello.
Le sue pinne sono delicate e trasparenti e la sua coda è biforcuta. I suoi occhi sono grandi e neri e la sua bocca è piccola”.
GPT-3 può fare molto più di poche frasi: con i giusti suggerimenti, può produrre saggi, narrativa e persino articoli come questo, ma non solo, la sua scrittura spesso può essere scambiata per umana. Dopo un paio di settimane di sperimentazione, Reben si è reso conto che l’intelligenza artificiale aveva il potenziale per descrivere opere d’arte immaginarie.
Nella mia esperienza,
lavorare con l’intelligenza artificiale
per realizzare sculture, dipinti e altro,
ha trasformato il mio processo creativo
e le possibilità di collaborazione
uomo-macchina.
Quando ci si riferisce all’intelligenza artificiale, non si tratta di un sistema antropomorfo o senziente, ma di un algoritmo di apprendimento automatico e durante tutto il processo ci deve essere la collaborazione di un essere umano. Poiché l’intelligenza artificiale non può creare oggetti fisici, spetterebbe alle facoltà umane farlo. Spostare il lavoro dal regno digitale a quello fisico, aggiungerebbe loro peso e presenza, che a volte mancano su uno schermo. Non c’è dubbio che ci saranno cambiamenti dirompenti in futuro e ci sono ancora domande importanti su pregiudizi, etica, proprietà e rappresentanza che devono essere risolte. Tuttavia, questa non sarebbe la prima volta che le nuove tecnologie causano sconvolgimenti nel mondo dell’arte, succede da secoli.
Questa galleria fotografica, esplora i risultati della collaborazione di Reben con l’intelligenza artificiale. Il testo sotto ogni opera è stato immaginato e scritto da un AI (GPT-3). Ciò ha costituito la base per una scultura o un dipinto in forma fisica: altri sono stati generati da un secondo strumento artistico AI, come Dall-E 2 o Stable Diffusion, prima di essere dipinti o scolpiti da un essere umano. Insomma, ciò che vedi potrebbe essere stato curato da una persona, ma quest’arte esiste solo grazie a una profonda collaborazione creativa con l’intelligenza artificiale.
Alexander Reben collabora con l’intelligenza artificiale per fare arte,
ma fa un passo avanti rispetto agli altri,
trasformando ciò che sogna nella realtà fisica.
Le opere d’arte e le ricerche di Reben sono state esposte e pubblicate a livello internazionale e si consulta con le principali aziende, guidando l’innovazione per il futuro delle macchine.
Tra i primi artisti a produrre dipinti ad olio AI, ha esposto al Vitra Design Museum, MAK Museum Vienna, Design Museum Ghent, Biennale di Vienna, ARS Electronica insieme a IDFA, Tribeca Film Festival, TFI Interactive, Camden Film Festivals, Doc/Fest e la Boston Cyberarts Gallery. Il suo lavoro è stato seguito da NPR, The Wall Street Journal, The New York Times, Washington Post, Fast Company, Filmmaker Magazine, New Scientist, BBC, PBS, Discovery Channel, Cool Hunting e WIRED. Ha tenuto conferenze a TED, SXSW, TTI Vanguard, Google, UC Berkeley, SMFA, CCA, MIT e per altre importanti università.
Stiamo assistendo all’emergere di una forma d’arte completamente nuova.
Il lavoro di Alexander Reben è incluso nella collezione permanente del Museo MIT. Attualmente è direttore della tecnologia e della ricerca presso Stochastic Labs, un incubatore senza scopo di lucro con sede a Berkley, in California, per artisti, scienziati e ingegneri.
Reben ha costruito robot per la NASA ed è laureato al MIT Media Lab, dove ha studiato la simbiosi tra uomo, robot e arte.