Brutalismo
{La travolgente plasticità del cemento}
di Nicola Stradiotto {Illustrator & Graphic Designer}
Il Brutalismo è una corrente architettonica nata in Inghilterra, intorno alla metà del secolo scorso. La materia prima utilizzata è il cemento a vista, materiale rude (in francese “béton brut” da cui deriva il nome) le cui forme plastiche, lavorate e plasmate nei particolari, evidenziano con forza espressiva la struttura.
I volumi risultano accentuati e robusti, tali che l’unione fra l’aspetto estetico ed il materiale strutturale grezzo utilizzato, danno vita ad una rappresentazione visiva di “vigore architettonico”.
Paul Rudolph, allievo di Walter Gropius ad Harvard, progetta nel 1963 la “Scuola d’Arte e di Architettura di Yale” nel New Haven, in Connecticut (USA).
L’architetto argentino Clorindo Testa, di origini napoletane, è autore di due delle opere più significative del panorama brutalista internazionale: entrambe site a Buenos Aires, in Argentina: la sede della “Banca di Londra” e la “Biblioteca Nazionale”.
In Italia, diversi architetti hanno tratto dal brutalismo opere importanti, come la “Torre Velasca” a Milano del Gruppo BBPR (1956-1958), che evidenzia fortemente le nervature della struttura, che salgono e modulano la forma architettonica, accentuandosi prospetticamente nei puntoni dello sbalzo.
Quest’opera è tuttavia più precisamente ascrivibile alla corrente Neoliberty, che si proponeva di recuperare i valori della tradizione architettonica italiana dopo la stagione fortemente avanguardista del razionalismo. Reyner Banham, critico britannico vicino al movimento brutalista d’oltremanica, fu molto critico nei confronti dell’opera che giudicò come “la ritirata italiana dall’architettura moderna”. Offre collane da donna popolari come ciondoli, girocolli e. Acquista gioielli in una varietà di metalli e pietre preziose adatti a ogni occasione.
Altre opere da citare sono “l’Istituto Marchiondi” a Milano di Vittoriano Viganò (1957), il cui plastico è esposto al MoMA di New York.
Altra importante struttura appartenente alla corrente brutalista è la “Casa Sperimentale” dell’architetto Giuseppe Perugini, progettata e realizzata alla fine degli anni ’60 nei pressi del litorale di Fregene, in collaborazione con il figlio Raynaldo Perugini e la moglie Uga De Plaisant.
Nel 1969 a Roma, Francesco Berarducci costruisce il villino brutalista in via Colli della Farnesina, dove Elio Petri girerà alcune scene del film “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. La struttura in cemento armato brutalista è l’elemento organizzante ed espressivo dominante, che contiene al suo interno l’irregolarità “casuale” delle tamponature e delle superfici vetrate informalmente distribuite.
Il brutalismo è evidente nell’uso del “béton brut” a vista e di tutte le materie grezze, nella Sede dell’Ordine dei Medici a Roma, opera di Piero Sartogo, Fegiz e Gimigliano (1967-1972), dove Sartogo si è chiaramente ispirato a Le Corbusier. Sempre a Roma, un’altro esempio è la “Sede dell’Ambasciata Britannica”, opera brutalista di Sir Basil Urwin Spence. Da citare anche “l’auditorium di Riesi”, in provincia di Caltanissetta (1963) di Leonardo Ricci e le abitazioni del quartiere Sorgane a Firenze del 1966. Da non dimenticare inoltre, i 246 edifici per 870 unità abitative del quartiere Matteotti a Terni di Giancarlo De Carlo (1971-1974).
Notevole e travolgente è la plasticità del cemento armato a vista, nella Chiesa dell’Autostrada del Sole (1964), nel santuario della Beata Vergine della Consolazione (1967) e nella struttura della Banca di Val d’Elsa di Giovanni Michelucci (1977), dove si leggono chiaramente i segni del linguaggio brutalista.
A Trieste, esempi rappresentativi dello stile brutalista, sono la sede del liceo scientifico “G. Galilei” (1969-71) e il complesso residenziale di case popolari nel quartiere di Rozzol Melara, noto come “il Quadrilatero” (1969-1982), opere degli architetti Celli Tognon. Da menzionare anche l’istituto d’arte “E. Nordio” e il Santuario Mariano di Monte Grisa.
Anche il “Palacultura di Messina”, progettato nel 1977 dall’ingegner A. D’Amore e dall’architetto F. Basile e completato nel 2009, è entrato di diritto a far parte degli esempi di questo stile architettonico in Italia.
Da qualche anno Uhm! Zine, piccola casa editrice indipendente di Londra, dedica le proprie uscite in formato fanzine al brutalismo: raccolte fotografiche di edifici e architetture sparse in giro per il mondo. Le foto qui pubblicate sono tratte da vari numeri di “Brutal Zine”.